06 ott 20

La federazione ha costituito l'Advisory Board, un organo che ha l'obiettivo di definire e approvare criteri di valutazione specifici per la pubblicazione nell'Italian Input List. La lista, avviata a metà novembre 2019, ha visto l'iscrizione di circa 60 prodotti


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L'inserimento di nuovi prodotti commerciali nell'Italian Input List avviene facendo formale richiesta attraverso format predisposti da FiBL (Foto di archivio)

Fonte immagine: © ValentinValkov - Adobe Stock

Con il costante sviluppo dell'agricoltura biologica e l’aumento delle superfici investite a tale pratica agronomica, crescono anche i rischi di un utilizzo improprio dei mezzi tecnici, in alcuni casi anche di quelli non previsti dal regolamento comunitario.

"Per questo motivo - afferma Daniele Fichera, coordinatore del comitato tecnico e normativo di Federbio - c'è la necessità di disporre di mezzi tecnici per i quali una parte terza ne verifichi la composizione e garantisca l’assenza di contaminazioni di qualunque sorta, dato che altrimenti i produttori biologici dovrebbero inserire in Relazione Tecnica art. 63 Reg. CE 889/08 una valutazione del rischio di contaminazione di tali inputs. La necessità è quindi quella di disporre di mezzi tecnici non solo autorizzati in base alle normative vigenti, ma anche verificati e che tengano conto delle peculiarità e delle esigenze di chi intende praticare un’agricoltura biologica realmente conforme e evitare i rischi di un mercato che si è rivelato poco garantito dalla normativa vigente".

"Molte aziende hanno investito nello sviluppo di mezzi tecnici per l’agricoltura biologica, cercando di entrare nel mercato nel modo più rapido e conveniente, spesso senza avere piena consapevolezza delle peculiarità del settore e della necessità che anche i mezzi tecnici e il loro impiego rispettino prima di ogni altra cosa i principi dell’agricoltura biologica. È quindi necessario che questo modello di agricoltura più sostenibile, controllato e certificato, possa disporre di regole chiare anche per l’utilizzo dei mezzi tecnici ammessi. Questo per evitare, in ogni ambito, contraffazioni e mistificazioni, a tutela innanzitutto degli operatori biologici e del consumatore, agevolando anche, e per quanto possibile, l’autocontrollo delle aziende e il lavoro degli organismi di controllo e certificazione autorizzati".

A sostegno degli agricoltori biologici e dalla collaborazione tra FiBL, uno dei principali istituti di ricerca al mondo, e Federbio è nata l’Italian Input List, un elenco pubblico di mezzi tecnici che possono essere utilizzati con maggiori garanzie.


Il ruolo di Federbio

Nell'articolo "Biologico, una marcia in più ai mezzi tecnici" si è approfondito il ruolo di FiBL. Ma quale ruolo gioco Federbio?
"Il ruolo di Federbio è quello di promuovere lo sviluppo e la partecipazione alla piattaforma europea delle imprese italiane - dichiara il coordinatore di Federbio - Soprattutto, quello di aver costituito l’Advisory board per la definizione e l’aggiornamento costante in sintonia con FiBL dei criteri di valutazione specifici per l’inserimento dei prodotti nell’Italian Input List, criteri che tengano conto delle peculiarità e delle esigenze dell’agricoltura biologica italiana".
Un organo composto da rappresentanti di Istituti di ricerca, di organizzazioni di produttori ed enti di certificazione; ovvero da esperti di Ibe-Cnr, Crea, Fondazione Mach, Iamb, Università di Cagliari, Laimburg, Bioland e QCertificazioni.

Per l’ammissibilità dei prodotti alla lista, sono stati definiti quindi ulteriori requisiti comunque in conformità alle normative e ai regolamenti nazionali vigenti nel settore italiano del biologico e riguardano:
  • per il rame: i fertilizzanti per uso fogliare sono ammessi esclusivamente con un limite massimo del 2% in rame
  • per lo zolfo: i prodotti fertilizzanti destinati all’uso fogliare non sono accettati
  • per i fertilizzanti: eventuali contaminazioni di fosfonati potrebbero essere accettate in casi particolari, a condizione che non superino i seguenti limiti: 3 mg/kg nei prodotti solidi utilizzabili esclusivamente sul suolo e 0,1 mg/kg di acido fosfonico nei prodotti solidi o liquidi per applicazioni fogliari.
  • per quanto riguarda i prodotti fitosanitari sono da escludere tutti i prodotti contenenti piperonil butossido (PBO).


Italian Input List, inserimento di nuovi prodotti

Avviata a metà novembre 2019, nei primi 10 mesi di attività l'Italian input list ha visto l'iscrizione di circa 60 prodotti: metà per la difesa e metà per la fertilizzazione.
"Questi numeri sono in linea con le partenze delle altre Input list europee (Svizzera, Germania, Olanda, Austria e Croazia) che complessivamente oggi elencano ben 8.400 prodotti ammessi in biologico e verificati da FiBL e riguardano prodotti per la difesa, corroboranti e prodotti per la nutrizione" prosegue il coordinatore.

L'inserimento di nuovi prodotti commerciali nell'Italian Input List avviene facendo formale richiesta attraverso format predisposti da FiBL e disponibili sul sito www.mezzi-tecnici-bio.it, allegando tutte le informazioni tecniche relative alla composizione dei prodotti sia riguardo le sostanze attive che additivi e coadiuvanti. Il personale esperto di FiBL verifica approfonditamente se il prodotto commerciale è conforme ai requisiti normativi vigenti e ai requisiti aggiuntivi predisposti da FiBL e Federbio per il contesto italiano, effettua le opportune analisi di laboratorio e se non emergono problemi viene dato parere positivo all’inserimento nella lista. La domanda di iscrizione può essere inviata in qualsiasi momento, mentre la pubblicazione dei nuovi prodotti approvati avviene in un paio di finestre annuali, l'ultima delle quali è stata il 7 settembre scorso.


Biologico, in quale direzione sta andando

"La riforma normativa in corso a livello Ue dal 2018 e che si concluderà a breve ha sostanzialmente confermato e rafforzato l’impianto precedente e questo anche riguardo ai mezzi tecnici, anche se rimangono da definire e chiarire alcune questioni molto importanti, in particolare per quanto riguarda l’impiego di microrganismi".

"La normativa orizzontale in tal senso non aiuta perchè ancora lontana da una effettiva agevolazione e semplificazione rispetto in particolare ai prodotti destinati alla bioprotezione ossia quegli strumenti di origine biologica di protezione delle piante per la gestione di infestanti e malattie. La stessa Ue chiede di triplicare le superfici coltivate a biologico nei prossimi 10 anni ma ancora oggi non esiste a livello europeo una normativa e un ente dedicato ai mezzi tecnici per il biologico e, particolarmente in Italia, i tempi, la complessità e i costi per l’autorizzazione di nuove sostanze di origine naturale o microrganismi per la difesa da avversità biotiche è ai limiti dell’impossibile. Questo genera lo sviluppo abnorme e incontrollato della categoria dei nutrizionali, agevolata da un elenco ministeriale sulla cui profonda revisione Federbio si batte da anni, che mina di fatto la credibilità dell’intero settore che fa della trasparenza e della certificazione la sua peculiarità
" conclude Daniele Fichera.